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Gentili Famiglie,

Vorrei condividere una breve descrizione della situazione che tutti noi stiamo vivendo, particolarmente alla Scuola Secondaria di primo grado.

Dopo alcune settimane, ormai da qualche giorno siamo transitati da una prima fase, quella caratterizzata dalla ripresa delle lezioni, ad una seconda, connotata da una commistione tra attività didattiche in presenza e a distanza,  dovuta alla rapida diffusione dei contagi, anche in ambito scolastico.

Se, fino a poco fa,  i casi di positività si sono verificati in misura limitata, in questo ultimo periodo essi sono aumentati, coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone, studenti, personale scolastico, familiari.

Oltre alle conseguenze dolorose sul piano umano, tale incremento ha avuto effetti, anche sull’organizzazione della didattica.

Mentre, sinora, stante il numero circoscritto di casi, si era proceduto, seguendo le indicazioni delle autorità sanitarie, al limitato isolamento fiduciario di classi e docenti, senza che questo – al di là di inevitabili disagi – avesse effetti di vasta portata sull’intero sistema scolastico, l’aumento dei casi positivi sta avendo un crescente impatto destabilizzante, che si manifesta variamente in ragione dei diversi ordini di scuola.

Sia pure in modo impreciso, si può affermare che nella Scuola dell’Infanzia e nella Scuola Primaria il provvedimento sanitario di isolamento fiduciario può finire con l’interessare il team docenti della classe coinvolta (pur considerando la reale possibilità di conseguenze a cascata), mentre nella Scuola Secondaria di secondo grado l’effetto viene in qualche modo contenuto dall’adozione di almeno il 75 per cento (quota che, sembra certo, verrà innalzata a breve alla totalità) di attività didattiche a distanza.

Nella situazione attuale, la Scuola Secondaria di primo grado è quella che soffre maggiormente, non avendo, da un lato, la possibilità di circoscrivere ragionevolmente le conseguenze dei provvedimenti sanitari a un ristretto gruppo di persone (un docente può insegnare anche in nove classi o addirittura in diciotto, con conseguenze facilmente intuibili) e, dall’altro, non conoscendo la possibilità di modulare l’attività didattica secondo la rilevante flessibilità riconosciuta alla didattica a distanza nella Scuola secondaria di secondo grado.

Ne emerge una situazione complessa – quale abbiamo vissuto ad esempio tra ieri ad oggi, quando il numero delle classi poste in isolamento è raddoppiato, passando da tre a sei, con alcune classi presenti in aula e altre (un  terzo del totale) disposte a casa e lo stesso dicasi per i docenti, alcuni in isolamento fiduciario, altri in sede.

Tutti – a meno di non essere posti in malattia – attivi, ma necessariamente chiamati a conciliare il proprio lavoro rivolgendolo, di volta in volta, ad allievi in sede o al loro domicilio, al mattino  o al pomeriggio, secondo modalità di didattica in presenza o a distanza, definite dai consigli di classe, in un quadro complessivo in cui si è chiamati anche a effettuare sostituzioni in vece di colleghi assenti per garantire la necessaria copertura delle classi.

Ne risulta un intreccio complicato che, per gli aspetti concernenti l’orario, è destinato – in ragione dell’estrema mutevolezza delle presenze, a causa dell’andamento epidemiologico e nonostante il ricorso a piattaforme condivise da parte dei docenti per la definizione degli orari

e delle pratiche – ad essere rivisto giorno per giorno.

Il lavoro svolto per rendere la situazione più stabile - e quindi accettabile - è fortemente condizionato da fattori che sfuggono a possibilità di previsione o controllo e che possono essere fronteggiati, sia pure sulla base di una pianificazione, solo al momento, non appena perviene l’informazione sanitaria.

Naturalmente, con l’auspicio che non si debba presto passare ad una terza fase, quella della chiusura completa.

Vi saluto cordialmente

Alessandro Bussotti

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