EVENTI IN MUSICA

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ORCHESTRA COME FORMAZIONE PERSONALE E SOCIALE

L'orchestra della scuola Poliziano è composta dagli allievi iscritti all'indirizzo musicale ed è costituita dai seguenti strumenti: pianoforte, violino, violoncello e flauto.
Durante l'anno vengono studiati brani che spaziano in un vasto repertorio (musica colta, musica tradizionale, colonne sonore ...) e che gli allievi avranno la possibilità di eseguire in diverse occasioni.
La pratica strumentale, se non condivisa, resterebbe arida e fine a se stessa; suonare tutti insieme, condividendo l'amore per la musica, esprimendo le medesime intenzioni ed emozioni, è un'esperienza fortemente motivante ed emozionante che dà senso profondo alla pratica strumentale. Riteniamo che l'esperienza di suonare in orchestra sia fondamentale non solo ai fini dell'apprendimento strumentale, ma anche ai fini della crescita formativa: all'interno del gruppo si impara a suonare insieme ascoltandosi, aiutandosi, stimolandosi l'un l'altro. I problemi di intonazione, di uguaglianza di colpi d'arco, di condivisione dei caratteri musicali che si presentano all'interno di un gruppo chiamano in ballo la capacità di collaborare con gli altri per risolvere le proprie e altrui difficoltà: stiamo parlando di intelligenza interpersonale.
Attraverso la musica e la pratica orchestrale intendiamo accompagnare i nostri allievi nella loro crescita personale, guidarli nello sviluppo delle loro capacità affinché diventino persone realizzate e in armonia con la società.

Prof.ssa Isabella Rex

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Una classe, un’orchestra
    
“Una    buona    classe    
è    un’orchestra    che    prova    la    stessa    
sinfonia,    
dove    ogni    studente    suona    il    suo    strumento.    
La    musica    è    impegno    ed    emozione    
fondamentale    per    la    crescita,    
e    per    la    mente.    
Aiuta    gli    alunni    ad    apprendere    e    
risponde    ai    bisogni,    desideri,    domande,    
delle    diverse    età.    
La    musica    avvicina    la    scuola    
ai    giovani    
parlando    con    la    loro    stessa    
universale    lingua    delle    emozioni.”    
    
    
Prof.ssa    Valentina    Puddu   

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